Harris: "Web Browser Come Carte di Credito del Tempo"

By: Damiano Celestini → mercoledì 13 agosto 2014

Questo articolo di Tristan Harris, product philosopher a Google, pone l’accento su un modo diverso di pensare ai browser.

Quello che segue è un riassunto/traduzione che ho realizzato dell’articolo che troverete cliccando qui: http://goo.gl/zvWyEm 

 "Il web browser non è solo uno strumento che ti porta da A a B, è anche un mezzo che modella il tipo di scelte che fai. Marshall McLuhan, il teorico canadese dei media del 20° secolo, coniò la famosa frase, “il medium è il messaggio”. Quello che voleva dire era che, se si vuole capire un mezzo di comunicazione (la televisione, la radio o Internet) non si dovrebbe guardare ai messaggi, le parole, immagini, storie o articoli presentati. Si dovrebbe guardare a come il mezzo organizza la percezione e le scelte. 

Il mezzo ti dice tutto su quali messaggi avranno successo. La televisione organizza la percezione e la scelta principalmente intorno alle immagini visive, così… Show con immagini esplosive saranno maggiormente premiati rispetto a quelli con immagini piatte. Telegiornali che mostrano riprese interessanti e drammatiche avranno più successo di tg che raccontano storie con una voce rassicurante. Alla radio, invece, l’emittente poco attraente con una voce suadente vincerà. 

Il denaro è un mezzo. Gli economisti comportamentali hanno dimostrato che le carte di credito ci rendono più disponibili a spendere soldi del contante. Uno studio condotto da Duncan Simester del MIT ha dimostrato che gli studenti a cui erano offerti i biglietti per il baseball erano disposti a pagare due volte tanto in caso di pagamento con carta di credito. I neuroscienziati hanno inoltre dimostrato che quando paghiamo in contanti, fa male nel vero senso della parola. I prezzi elevati attivano l’insula del cervello, che è associata alla percezione del dolore. Ma quando paghiamo con le carte di credito l’insula non si attiva. Le carte di credito ci evitano di sentire il dolore di pagare, e di dimenticare quanti soldi abbiamo effettivamente speso. 

È il motivo per cui parchi a tema e casinò creano intenzionalmente valute virtuali come token (o dollari Disneyland), in modo che il denaro sembri astratto e le persone spendano di più. Il browser è come una carta di credito. I progettisti di software influenzano il modo di fare scelte di un miliardo di persone, più di 150 volte al giorno. Un piccolo numero di designer presso quelle aziende “tech” crea questi media, che premieranno alcuni messaggi (comportamenti, clic, ecc…) rispetto ad altri. E oggi, i browser web sono progettati come carte di credito. Rendono facile “strisciare” la nostra “carta di credito del tempo” per più tempo di quanto fosse nelle nostre intenzioni. Rendono facile farci scegliere di cliccare qualcosa che avremmo voluto cliccare più tardi. E lo fanno per centinaia di milioni di persone ogni giorno. 

Ma non deve essere in questo modo. I browser Web potrebbero essere progettati per inquadrare le scelte più come contanti che come credito - per esempio farci sapere quanto tempo ci porterà via una cosa prima di fare clic ed aprirla. Ma che dire del conflitto di interessi? A differenza delle società di carte di credito che traggono profitto dal riuscire a far spendere ai consumatori più soldi di quelli che in realtà hanno, nessuno dei quattro principali produttori di browser web - Google (Chrome), Microsoft (Internet Explorer), Mozilla (Firefox) e Apple (Safari) - ricevono denaro dal convincere la gente ad aprire cose per le quali non hanno tempo”.
Damiano Celestini

Lavoro nel marketing online in quel di Dublino. Prima di arrivare in Irlanda però ho lavorato per 10 anni in Italia come giornalista (ci tengo a precisarlo: precario). Puoi trovare tutte le informazioni su di me nella sezione "Chi Sono" del sito.

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